Un patrimonio naturalistico e storico-artistico da tutelare, restaurare e valorizzare.

Leggende, miti, storie di una cultura millenaria che si dipanano nei molteplici itinerari turistici ed artistici che costituiscono un contesto di eccezionale importanza lungo il territorio Castellese sulla costa orientale della Sicilia.

Le proprietà di un Ecomuseo

L’ecomuseo come strumento di coesione sociale, di crescita culturale e di sviluppo economico Museo di identità culturale collettiva, museo del territorio, museo diffuso, museo a cielo aperto, museo di comunità, museo delle tradizioni locali, museo della memoria, museo villaggio: svariate sono le definizioni date agli ecomusei, e le dispute terminologiche sulle definizioni continuano ancora. D’altronde, esse si riferiscono alle realtà sociali, che per loro natura sono in continua evoluzione e, dunque, in trasformazione, e proprio per tale motivo i vari tentativi di definizione avanzati non possono certamente risultare condivisi univocamente. Tra l’altro le realtà presenti sul territorio che si definiscono ecomusei rispecchiano situazioni e impostazioni fortemente
differenziate. Numerose sono le istituzioni che hanno utilizzato in maniera impropria il termine ecomuseo, facendo crescere lo stato di confusione intorno a questa tipologia museale.

E c’è finanche chi afferma che l’ecomuseo non è affatto un museo, giacché esso definisce qualcosa che rappresenta il territorio, con la propria storia, ma pure con la cultura viva della gente che lì risiede, dunque non solo una manifestazione statica del luogo, ma anzi una realtà dinamica in continua trasformazione. Il termine “ecomuseo” fu “introdotto in Francia nel 1971 da Hugues de Varine, allora direttore dell’International Council of Museums e ideatore della stessa moderna struttura ecomuseale. Ma lo stesso de Varine afferma di aver avuto a lungo rimpianti per la scelta di questo termine, e che avrebbe preferito la formula ‘museo comunitario’, poiché non prevede il prefisso ‘eco’, spesso associato dalle persone a ‘ecologia’ o ‘economia’.

Il modo più agevole per cercare di comprendere cosa sia l’ecomuseo è quello di confrontarne le caratteristiche con quelle del museo tradizionale.

Il museo espone una collezione di oggetti materiali selezionati in una sede chiusa, ha i visitatori come utenza primaria ed è gestito da operatori specializzati; l’ecomuseo, invece, narra dell’intero patrimonio materiale e immateriale di un territorio esteso oltre i confini del museo, la cui sede è rappresentata da diversi ambienti aperti oltre che da quelli chiusi, si propone, come utenza primaria, alla comunità locale, oltre che ai visitatori esterni, coinvolge nella gestione principalmente la comunità locale e per la realizzazione mette in atto una rete di relazioni che coinvolgono diversi interlocutori sia a livello locale che extralocale.

L’ecomuseo non è, dunque, un edificio-contenitore, non è una realtà statica, ma anzi è un complesso sistema che coinvolge numerosi attori, un’articolata struttura che si snoda lungo percorsi e mappe culturali, rappresenta le culture del passato, ma pure quelle attuali; espone le caratteristiche emergenze fisiche, ma esalta pure le radici e le identità dei luoghi e delle persone, delle quali racconta le idee e la storia collettiva tramite l’esposizione in situ degli oggetti di uso quotidiano che rappresentano significativi elementi della memoria comunitaria.

Un elemento fondamentale dell’ecomuseo, uno degli aspetti caratterizzante di questa particolare tipologia museale, è il “patto con la comunità”, l’impegno, cioè, della comunità di prendersi cura del territorio allo scopo di promuoverne lo sviluppo attraverso il recupero e la promozione della sua identità.

Un esempio di Best Practice ecomuseale è rappresentato dall’Ecomuseo Riviera dei Ciclopi, istituito nell’ambito territoriale del Comune di Aci Castello, palcoscenico sul quale si sono intrecciate le relazioni umane della gente del luogo, ma pure scrigno del ricco patrimonio materiale e immateriale di un territorio caratterizzato da elementi fisici eccezionali per la presenza di scogliere di origine vulcanica, costoni a strapiombo, isole e faraglioni.

Uno spazio geografico dove i luoghi del mito e della natura, quelli della cultura, dell’arte, degli antichi mestieri e delle tradizioni sono stati organizzati in itinerari allo scopo di agevolare la fruibilità delle copiose “eccellenze” presenti.

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