La “Grotta delle Fate”, appartenente alla Riserva Naturale Integrale “Immacolatelle e Micio Conti”, diede ricovero, durante la II guerra mondiale (1939 – 1945), ai catanesi e agli abitanti del posto per rifugiarsi e proteggersi da eventuali bombardamenti. Il nome della grotta, trae spunto da una storia accaduta durante quel periodo bellico. Si narra di tre fratelli, di cui un maschio e due femmine che, per sopravvivere, utilizzavano come loro unica risorsa la produzione del latte delle loro cinque capre, del formaggio che ne derivava e delle cipolle che coltivavano. Per via della bellezza delle due ragazze, il fratello impediva loro di uscire durante la giornata temendo che divenissero preda dei soldati. Così le due, erano costrette ad uscire soltanto all’imbrunire per approvvigionarsi d’acqua alla fontana vicina. Una sera, mentre una delle sorelle si riforniva d’acqua, l’altra si spinse fin dentro la grotta per rubare le scorte di patate dei rifugiati: venne sorpresa durante la ruberia, scappò e da quel momento non si vide mai più! Da questo evento nasce l’associazione di queste due fanciulle a figure fantastiche ed eteree, solite apparire nelle notti di luna piena. Del resto, sin dal periodo medievale l’attribuzione di «Fata», stava anche a sottolineare il “carattere selvatico di certe donne” spesso associata al culto delle acque, delle sorgenti o delle grotte.