I Faraglioni e la vicina Riviera fanno parte, geologicamente, di un unico complesso “ipoabissale”, ovvero di una sorta di iniezione di materiale lavico rimasta poco al di sotto del fondale marino, in letteratura chiamata “laccolite”; essa non venne “a giorno” immediatamente ma, rimanendo sotto il fondale, ebbe il tempo di formare, durante il lento raffreddamento del magma, macroscopiche strutture geometriche regolari, come fossero prismatiche canne d’organo, visibili oggi, sia sotto forma di “basalti colonnari” nei Faraglioni, sia come “pavimento dei giganti” nel porticciolo di Aci Trezza; quest’ultima struttura simile ad un pavimento naturale, non è altro che la spianata di abrasione marina che ha sezionato in testata i basalti colonnari, costituendo un curioso lastricato che si ritrova in diversi punti del porto del borgo marinaro, il quale sembra piastrellato da geometriche “mattonelle esagonali” applicate ovviamente dai giganti che spadroneggiavano nell’area.