Vi è, giusto nelle zone di Aci Castello e Aci Trezza, una grande tradizione di gelateria. Furono gli arabi, quando nell’827 arrivarono in Sicilia, a introdurre i sorbetti. Nell’isola ci si poteva sbizzarrire nelle preparazioni, data l’abbondanza dei due ingredienti base: la neve e la frutta. La neve collocata in ceste, rivestite all’interno di paglia e sale marino e trasportata a dorso di mulo e di notte si portava in città, qui era deposta in profonde cantine o caverne dove si conservava per diversi mesi. Ancora oggi esistono strade chiamate “Via Neve” ad indicare la sede delle neviere. Il trionfo del dolce freddo sulle tavole avviene nel Cinquecento, con l’afflusso dai nuovi continenti di piante nuove di frutta, aromi e spezie, tè, caffè, cacao. Ma la vera svolta nella storia del gelato artigianale e la sua commercializzazione si deve a Francesco Procopio dei Coltelli, originario con molta probabilità di Aci Trezza, che nel 1686 aprì un Café a Parigi, divenuto famoso punto d’incontro di intellettuali, scrittori, filosofi, letterati, drammaturghi, musicisti, militari. Procopio nel suo Café offriva il “gelo di caffè” che richiamava l’idea della gelatina, una specie di crema al caffè, “acque gelate” (la granita), gelati di frutta, “fiori d’anice”, “fiori di cannella”, “frangipane”, “gelato al succo di limone”, “gelato al succo d’arancia”, “sorbetto di fragola”. Francesizzato con il nome di François Procope de Couteaux, fu invitato a Versailles per ritirare dalle mani del Re Sole uno dei più ambiti riconoscimenti dell’epoca: la “lettere patenti”, per l’esclusiva sulla produzione di quelle specialità. Dunque la diffusione su scala “industriale” del gelato partì dalla “Riviera dei Ciclopi”! Oggi nei bar di queste zone si possono gustare i vari gelati e granite di limone, caffè, mandorla, gelsi, pistacchio, cioccolato e diversi altri gusti.